sabato 29 settembre 2012

Una visita al Museo della Città di Urbino: GRATUITO


Ritagli e memorie di città: una visita al Museo della Città di Urbino

Urbino, Museo della Città
Visita libera - Dal 29 settembre 2012 al 30 settembre 2012 


Orario: 10.00 - 18.00   
Costo del biglietto: gratuito; Per informazioni 0722 309222  
Urbino, Museo della Città
Città: Urbino
Indirizzo: Via Valerio
Provincia: (PU)
Regione: Marche
 
Il palazzo che ospita il Museo, appartenuto alle famiglie Bonaventura e Odasi, contiene i segni della storia della città: la splendida loggia di ingresso conserva quasi intatto l’originario soffitto di legno decorato con i simboli delle nobili famiglie proprietarie uniti a quelli dei Montefeltro, il cortile interno mutua lo spazio dal gusto gotico tardo, il salone, che si affaccia sulla sottostante via Budassi, è penetrato dai segni delle antiche mura romane. Superato l’ingresso sito in via Valerio, si percorre un tratto di strada interna all’edificio, alla quale è stato attribuito il nome di “Volta Urbino”. La stanza del bookshop accoglie il visitatore, offrendogli, oltre alla vista del plastico della città che restituisce la forma urbis, la letteratura di base sulla quale si è mosso il lavoro di progettazione. Giunto nella corte interna il visitatore può fermare lo sguardosulle mappe che riassumono le vicende urbanistiche della città e ricordano i punti salienti della vita associata. 

Sulla cornice marcapiano del cortile corre la citazione dal poemetto La paura di Paolo Volponi a segnare il tempo dell’oggi, in evidente contrasto con le certezze dell’uomo rinascimentale, dettate dagli umanisti a gloria di Federico nell’iscrizione del cortile d’onore del Palazzo ducale. Sulla corte si aprono tre stanze: la prima, dedicata alla città di Fedora (cfr. Le città invisibili di Italo Calvino), è connotata dai progetti di intervento urbano mai realizzati. Nella stessa stanza sono messi in scena, con la ricostruzione del mazzocchio e della sfera armillare, i tratti scientifici del Rinascimento urbinate. Dentro e fuori dei corpi geometrici si distende la visione d’insieme del territorio e l’effetto di dettagli di luce della città.
Una seconda stanza mette a fuoco la tipicità dell’espressione artistica attraverso il mezzo dell’incisione, abilità profondamente radicata in città e capillarmente irradiata nel mondo. La terza offre alla vista il complesso meccanismo, in movimento, dell’antico orologio collocato un tempo nel campanile del Duomo a segnare le ore, sovrastato dall’albero genealogico della città che si dipana dall’immagine del pluricentenario platano del giardino superiore, mentre sulle pareti ospita la mappa degli antichi rifornimenti idrici e, fra i segni lasciati dal tempo che un obiettivo ha catturato, i ritratti, gli sguardi di antichi abitanti. Ritornato all’aperto, il visitatore, prima di scendere al piano sottostante, può informarsi sulle vicende del palazzo e, fra i resti lapidei, qui ritrovati, in caduta sulla parte di strada chiusa dalla lastra trasparente, restare colpito dalla raffinata eleganza delle modanature. Il salone, in parte interrato che si affaccia su via Budassi, contiene una serie di culture lignee di Umberto Mastroianni a partire da quella che è stata modello per il bronzo collocato al Parco della Resistenza. Le opere, drammaticamente ispirate alle lacerazioni inflitte dalla guerra e segni dell’insonne ricerca dello scultore, sono visibili in sequenza come carni vive appena macellate. In uscita il Museo saluta il visitatore offrendogli una serie di sguardi sulla “Città nascosta”: ritagli del visibile sulla quotidianità, trama per ogni storia. (Redattore MARINA MENGARELLI)

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